L’arsenico nell’acqua: che cos’è e come si elimina
Chi sente parlare di arsenico, in genere, pensa immediatamente agli avvelenamenti che abbiamo imparato a vedere in televisione o a leggere nei libri gialli. Tuttavia si tratta di un elemento piuttosto comune in natura e che – proprio per la sua diffusa presenza nell’aria e nel terreno – finisce per forza di cose anche nell’acqua che tutti beviamo… anche se in quantità così ridotte da essere del tutto innocuo. Almeno nella maggior parte dei casi!
In alcune zone del nostro territorio, ad esempio, l’arsenico è presente in quantità piuttosto elevate: un fatto che ha richiamato in certi casi anche l’attenzione dei media, ponendo la questione “arsenico nell’acqua” al centro del dibattito pubblico. Ma che cos’è di preciso l’arsenico, quali sono i suoi effetti sul nostro organismo e perchè lo troviamo nell’acqua di casa nostra? Nelle prossime righe cercheremo di scoprirlo insieme.
L’acqua che vedete uscire dai vostri rubinetti è gialla o rossastra?
In questo articolo vi spieghiamo il perchè.
Che cos’è l’arsenico
Dunque no, l’arsenico non è un veleno che si trova unicamente nel mercato nero, venduto da loschi figuri in minacciose bottigliette nere con la stampa di un teschio. Si tratta invece di un semi-metallo molto comune in natura e si può presentare sia in forma organica che inorganica; quest’ultima versione è quella più conosciuta, viene indicata con il simbolo chimico “As” ed è proprio quella di cui parleremo. Essendo una componente naturale della crosta terrestre, lo si può trovare nelle rocce e nel suolo…
Ed è proprio nel terreno che viene a contatto con l’acqua, sia con le fonti sotterranee che con quelle che scorrono sulla superficie. Alcuni fattori però – come ad esempio l’inquinamento causato dall’uomo – possono contribuire a far aumentare in maniera sostanziosa i livelli di questo semi-metallo nell’atmosfera, finendo per contaminare le falde acquifere e di conseguenza l’acqua che beviamo (e dunque il cibo che mangiamo): quantità spesso infinitesimali, certo, ma che sarebbe sbagliato sottovalutare.
L’arsenico nella sua forma minerale in una foto ravvicinata
L’arsenico è infatti un cosiddetto “veleno metabolico” dalle molteplici proprietà: fino alla seconda metà del Novecento si credeva che si potesse utilizzare in piccolissime dosi come cura per la psoriasi o l’asma bronchiale, mentre in tempi più recenti si è scoperto che è in grado di contrastare alcune rare forme di leucemia. Se assunto in dosaggi più importanti, invece, si rivela una fra le sostanze tossiche più temibili e letali per l’organismo umano, al pari del cianuro o della stricnina.
Gli effetti dell’arsenico sull’uomo
Già: la fama dell’arsenico, come abbiamo già sottolineato, risiede proprio nella sua temibile natura di veleno. L’uomo ne assume regolarmente piccolissimi quantitativi, ingerendolo assieme all’acqua che beve o inalandolo direttamente dall’aria che respira: in questi casi, fortunatamente, il nostro organismo riesce a metabolizzarlo piuttosto facilmente e a renderlo praticamente innocuo. Per chi dovesse assumerne delle dosi più elevate, però – e parliamo di quantitativi comunque esigui, al di sopra dei 10 mg – i sintomi possono essere gravi e immediati: vomito, dolori addominali e contrazioni muscolari.
In alcuni casi è addirittura possibile che l’infiammazione dei nervi periferici possa portare ad un blocco dei muscoli del cuore e dei polmoni, fino a causare la morte: basti pensare che ad una persona adulta di 60 kg possono essere sufficienti 120 mg di arsenico per causarne il decesso. È comunque molto difficile che ciò accada: assumere simili dosi di arsenico in maniera involontaria, semplicemente dall’ambiente che ci circonda, è letteralmente impossibile.
Purtroppo, però, anche l’assunzione di arsenico involontaria e in piccole dosi può provocare dei sintomi allarmanti: dopo cinque anni di esposizione prolungata, ad esempio, possono verificarsi delle anomalie di pigmentazione della pelle (o ispessimenti della stessa, soprattutto nelle zone di mani e piedi), lesioni cutanee e nei casi più gravi anche tumori. Alcune ricerche hanno stabilito che una prolungata assunzione di piccole dosi di arsenico può anche favorire l’insorgere di diabete o di patologie cardiovascolari.
Come depurare l’acqua ed eliminare l’arsenico
Se siete arrivati fin qui avrete capito quanto l’arsenico sia temibile se assunto in maniera continuativa. Fortunatamente l’acqua pubblica italiana è rigidamente controllata ed è molto difficile che al suo interno vi sia una quantità di particelle d’arsenico superiore ai limiti consentiti: l’OMS ha infatti stabilito che la concentrazione di questa sostanza non può superare i 10 microgrammi per litro, un’indicazione che tutti i paesi della Comunità Europea si sono impegnati a seguire scrupolosamente.
In alcune zone d’Italia però il problema dell’arsenico nell’acqua ha occupato le cronache fino a non molto tempo fa, soprattutto nei territori più industrializzati (come Lazio, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Campania): in queste regioni vi erano infatti diversi Comuni nei quali i valori stabiliti dalla legge venivano sforati, con tutti i rischi del caso. Come fare dunque per essere sicuri che l’acqua che beviamo non abbia concentrazioni di arsenico eccessive? La risposta risiede nei depuratori Ecoline.
I depuratori d’acqua, sempre più comuni non solo negli esercizi pubblici ma anche nelle case private di molti italiani, sono in grado – grazie al procedimento fisico dell’osmosi inversa – di eliminare dall’acqua di rete ogni sorta di impurità e sedimenti, compresi virus, batteri ed eventuali particelle di arsenico. Se volete saperne di più su questo mondo non possiamo fare altro che invitarvi a leggere la guida che abbiamo scritto sul tema oppure a compilare il modulo in fondo a questa stessa pagina: i nostri tecnici saranno lieti di aiutarvi a trovare la soluzione migliore al prezzo più conveniente.