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Analisi Dell’acqua Potabile Di Casa: Come Si Fa?

Analisi dell’acqua potabile di casa: come si fa?

Pensate solo a quante volte, ogni giorno, facciamo scorrere l’acqua dai nostri rubinetti di casa: che sia in cucina per prepararsi una tazza di tè o nel bagno per lavarsi i denti, attingere a dell’acqua all’interno delle mura domestiche è davvero uno dei gesti più comuni che ci possa capitare di compiere. Ma vi siete mai chiesti che cosa c’è all’interno dell’acqua che sgorga dal rubinetto della vostra cucina e da quali sostanze è composta?

No, non stiamo sollevando degli inutili allarmismi: la qualità e la salubrità dell’acqua di rete, quantomeno in Italia (e in tutto il resto d’Europa), è garantita da una serie di leggi e controlli rigidissimi che ci permettono di bere dai nostri rubinetti in tutta tranquillità. Tuttavia, ci sono numerose variabili che possono alterare quello che potremmo definire il “sapore dell’acqua”: andiamo a scoprire come si possono analizzare!

Analizzare l’acqua con dei kit appositi

Abbiamo già avuto modo di parlarvi, nelle pagine di questo blog, dei vari fattori che incidono sul sapore che percepiamo quando beviamo dell’acqua (potete trovare qui l’articolo che abbiamo scritto in merito). Inutile purtroppo sottolineare – considerato anche il massiccio consumo dell’acqua minerale in bottiglia in Italia – che molte persone sono ancora molto diffidenti nei confronti dell’acqua di rete: sì, vi è tutta una serie di motivazioni (invero discutibili) che portano gli italiani a non fidarsi di ciò che esce dai loro rubinetti.

Per questo vi sono diversi modi di analizzare l’acqua, anche in casa propria, senza doversi necessariamente recare in laboratorio né tantomeno essere dei chimici esperti: un gruppo di ricercatori dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, ad esempio, ha ideato un kit che permette a chiunque di analizzare l’acqua dei propri rubinetti, misurandone i principali parametri a un costo più che accessibile. Il test si effettua immergendo nell’acqua delle apposite strisce colorimetriche: il loro colore cambierà in base alle sostanze presenti.

Grazie a un kit come questo possiamo rilevare non solo il pH – ovvero capire quanto acida o basica è l’acqua che beviamo – ma anche la durezza e diversi altri parametri, come i nitrati e i nitriti (considerati alcuni degli agenti contaminanti più comuni e indesiderati). Fortunatamente nella quasi totalità dei casi effettuando il test scopriremo ciò che già dovremmo sapere, ovvero che l’acqua di rete è sempre sicura e i suoi parametri sono del tutto in linea con gli standard definiti dalla Comunità Europea per l’acqua potabile.

Portare l’acqua in laboratorio per le analisi

Se non ritenete adeguata o sufficiente una soluzione “fai da te”, ci sono diversi laboratori nei quali è possibile effettuare l’analisi dell’acqua dei nostri rubinetti. Alcuni di loro offrono anche l’opportunità di farsi spedire i risultati direttamente a casa per garantirci il massimo della comodità. Ovviamente un’analisi professionale avrà dei risultati molto più precisi di un semplice test casalingo, ed è per questo che prima di tutto bisogna capire che cosa stiamo cercando e a quale tipologia di analisi affidarsi: chimica o microbiologica?

Già, perchè se grazie alla prima possiamo individuare la presenza di determinate sostanze chimiche nell’acqua (non molto diversamente da quanto detto in merito al test casalingo, anche se in maniera molto più dettagliata), con un’analisi microbiologica possiamo invece scoprire se all’interno di un liquido sono presenti eventuali microrganismi come virus o batteri. Si tratta di una possibilità remota, certo, ma non del tutto impossibile: molto dipende dallo status delle tubature o dalla falda d’origine dell’acqua.

Lo specifichiamo perchè se l’acqua distribuita dall’acquedotto – come abbiamo già sottolineato – è sempre sicura e potabile, non possiamo escludere che venga alterata nel percorso che la porta all’interno delle nostre case: l’esempio più comune è quello di un impianto vecchio e usurato che potrebbe rilasciare delle particelle ferrose… cambiando il sapore dell’acqua e in taluni casi rendendola leggermente giallognola. Di questo tema ne abbiamo già parlato approfonditamente in questo articolo.

Installare un depuratore a osmosi inversa

Dopo esserci sincerati della possibilità di analizzare la nostra acqua – sia grazie ai kit “fai da te” che tramite laboratori professionali – una domanda sorge spontanea: abbiamo davvero bisogno di verificare costantemente la qualità dell’acqua che sgorga dai nostri rubinetti? Intendiamoci: se al momento dell’analisi tutto sembra essere a posto, non si può escludere che le tubature di casa nostra possano iniziare a perdere particelle ferrose (solo per citare un’eventualità). Insomma, qualsiasi cosa può succedere da un momento all’altro!

Come fare dunque per essere sempre sicuri che la nostra acqua sia pulita, priva di agenti estranei e dunque potabile al 100%? Forse noi di Ecoline siamo di parte, ma siamo anche assolutamente certi di quanto affermiamo (e chiunque può valutare da sé): installare un depuratore a osmosi inversa – potete leggere qui la guida completa che abbiamo scritto sul tema – è il metodo migliore per avere sempre a disposizione dell’acqua perfettamente tarata su degli standard di assoluta eccellenza.

Grazie a questa tecnologia, l’acqua viene filtrata attraverso una membrana dalle maglie sottilissime che trattengono tutti gli elementi indesiderati: si tratta di un processo fisico del tutto naturale, che non altera le proprietà organolettiche dell’acqua e che ci garantisce l’assenza di virus, batteri o minerali potenzialmente nocivi. Installare uno di questi dispositivi è relativamente semplice: è sufficiente compilare il modulo in fondo a questa stessa pagina per ricevere dai nostri tecnici tutte le indicazioni che vi occorrono. Vi aspettiamo!

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