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Il Depuratore Acqua A Osmosi Inversa: Che Cos’è E A Cosa Serve

Il depuratore acqua a osmosi inversa: che cos’è e a cosa serve

Avete sentito parlare dei depuratori d’acqua ad osmosi inversa e volete sapere nel dettaglio che cosa sono, come funzionano e quali benefici possono apportare alle nostre abitudini quotidiane? La curiosità è legittima: dopotutto negli ultimi anni si è fatto un gran parlare di questa innovativa tecnologia, alle volte anche con delle voci critiche che hanno contribuito a insinuare il dubbio nella mente dei consumatori più diffidenti.

In questo articolo cercheremo di rispondere a tutte le domande più comuni sui depuratori a osmosi inversa, una tecnologia che sta trovando sempre più applicazioni e che al momento possiamo considerare uno dei metodi di filtraggio dell’acqua più sicuri ed efficaci: come funziona un depuratore di questo tipo? Cosa dicono la scienza e la medicina in merito? Scopriamolo insieme.

Vuoi conoscere tutti i pro e i contro dell’installazione di un depuratore a osmosi inversa?
Leggi qui l’articolo che abbiamo scritto proprio su questo argomento.

Che cos’è l’osmosi e come funziona l’osmosi inversa

Per capire come funziona questa tecnologia bisogna innanzitutto fare chiarezza su che cosa sia l’osmosi: si tratta infatti di un fenomeno del tutto naturale, del quale beneficiano anche diverse piante e specie animali (l’esempio più comune sono senz’altro le branchie dei pesci). Il principio chimico/fisico alla base dell’osmosi è piuttosto semplice e avviene grazie a una membrana semipermeabile, attraverso la quale l’acqua riesce a passare… impedendo però il passaggio ad alcuni elementi come i sali, le proteine e gli zuccheri.

Si parla di osmosi dunque in tutti quei casi nei quali due liquidi caratterizzati da diverse concentrazioni saline subiscono una trasformazione attraversando parzialmente una “membrana osmotica” – per l’appunto osmos in greco – ovvero una membrana permeabile al solvente ma non al soluto. Il processo fisico che avviene nel corso di questo fenomeno genera ciò che viene definito una “pressione osmotica” la cui intensità varia in base alla differenza fra la concentrazione salina dei due liquidi.

Nel caso venisse esercitata una forte contropressione, però, questo processo può essere invertito ed è proprio in questi casi che possiamo parlare di “osmosi inversa”: già, lo stesso principio sul quale si basano i più moderni depuratori! Anche in questo caso infatti l’acqua passa attraverso la membrana semipermeabile, ma nel senso opposto, lasciando così filtrare solo le molecole di H₂O e contribuendo a diluire, depurare e “potabilizzare” l’acqua. Nell’immagine a seguire abbiamo cercato di schematizzare il processo:

osmosi-inversa

I vantaggi di questa tecnologia, come si può immaginare, sono numerosi ed è per questo che il mercato offre numerose alternative per sfruttarla al meglio; una delle applicazioni più gettonate riguarda gli impianti domestici e il trattamento dell’acqua di rete. Quest’ultima, seppur potabile, potrebbe presentare al suo interno degli elementi inquinanti (come ad esempio solventi e pesticidi) non propriamente salutari per il nostro organismo…ma che grazie all’osmosi inversa viene depurata da eventuali sostanze nocive.

Osmosi inversa, è sicura? Cosa dice la scienza

Una volta chiariti i meccanismi alla base del loro funzionamento, affrontiamo una delle questioni più discusse in merito ai depuratori ad osmosi inversa: possono davvero rappresentare un problema per la nostra salute? Le leggende metropolitane purtroppo non mancano e più di qualcuno si è posto dei – sempre legittimi, per carità! – dubbi… nonostante la comunità scientifica si sia già espressa più volte: basti pensare che anche in alcuni ospedali l’acqua viene trattata con l’osmosi inversa, allo scopo di garantirne la purezza.

C’è addirittura chi teme che l’acqua, tramite l’osmosi inversa, subisca un processo di alterazione chimica che possa renderla nociva. Ma come abbiamo visto solo poche righe fa, l’osmosi inversa è un procedimento completamente meccanico: l’acqua viene semplicemente pressata e filtrata dai sedimenti, senza alterazioni di alcun genere. Altri ancora sottolineano che l’assenza di sali minerali nell’acqua depurata la renda simile a quella demineralizzata che viene utilizzata – ad esempio – nei ferri da stiro… ma non è affatto così: il cosiddetto “residuo fisso” si può infatti tranquillamente regolare a piacimento grazie al sistema Energy, una cartuccia di minerali – caucasici e dolomitici – che ridanno all’acqua corpo e struttura (un sistema esclusivo Ecoline).

Le ricerche e le analisi sull’acqua depurata effettuate nei laboratori confermano la qualità e la leggerezza dell’acqua depurata tramite l’osmosi inversa. Ma non è tutto: in quanto priva di tossine e a basso residuo, quest’acqua è in grado di portare diversi benefici. L’incremento della diuresi è senza dubbio il più evidente, ma non è tutto qui: l’acqua depurata dall’osmosi inversa aiuta a digerire meglio e aiuta a contrastare anche gli stati di acidità, favorendo il corretto funzionamento dell’apparato intestinale. Insomma, un vero toccasana per il nostro organismo!

L’argomento è molto vasto: per questo abbiamo scritto un intero articolo in merito. Lo puoi leggere qui.

Che cos’è l’acqua potabile a basso residuo

Uno dei punti più importanti da approfondire per quanto riguarda il consumo d’acqua in relazione alla salute del nostro organismo riguarda senza il già citato “residuo fisso”. Di cosa si tratta è presto detto: con questa espressione si indica la quantità di sali minerali contenuti in un litro d’acqua, derivati per la maggior parte dallo scorrere della sorgente naturale tra le rocce. 

Questi oligoelementi non vanno certo demonizzati, in quanto contengono diversi nutrienti come ad esempio il potassio, il calcio e il magnesio: tuttavia, una quantità eccessiva di minerali inorganici nell’acqua potrebbe sul lungo termine finire per depositarsi nei nostri tessuti, provocando disturbi come calcoli, artrosi e fenomeni di calcificazione.

Proprio per questo è auspicabile bere un’acqua il più possibile depurata e dal residuo fisso inferiore alla soglia dei 500 mg al litro: è intorno a questo range, infatti, che l’acqua si può definire “oligominerale” e risulta ottima – in ragione della sua purezza – soprattutto per i bambini e per coloro che soffrono di problemi ai reni.

Se volete saperne di più sul cosiddetto “residuo fisso”, leggete qui l’approfondimento che abbiamo scritto per voi

Come funziona una membrana per l’osmosi inversa

Una volta spiegato nella maniera più semplice possibile come funziona l’osmosi inversa e in cosa consiste il “residuo”, dobbiamo addentrarci in una questione più tecnica per capire quali siano le caratteristiche della protagonista di questo processo: la membrana osmotica. Questo componente fondamentale è composto da una serie di pellicole di poliammide e di acetato di cellulosa avvolte su loro stesse, come a formare una sorta di cilindro multistrato. Passandovi attraverso, la quasi totalità delle sostanze potenzialmente nocive presenti nell’acqua viene scartata.

Per raggiungere tale scopo, i pori di una membrana osmotica devono essere davvero piccoli: parliamo infatti di una rete con dei fori di larghezza infinitamente piccola, sull’ordine del milionesimo di millimetro. Solo le molecole dell’acqua e di pochi altri minerali sono più piccole! In commercio esistono diverse tipologie di membrane per l’osmosi inversa e ognuna di esse è indicata per un diverso quantitativo di acqua filtrata, calcolata in GDP (gallons per day, ovvero “galloni al giorno”). Queste membrane si utilizzano generalmente in parallelo con un apposito filtro ai carboni attivi adibiti all’eliminazione cloro.

Manutenzione dei depuratori a osmosi inversa

Ma come si effettua la manutenzione di un depuratore d’acqua a osmosi inversa? Molte persone temono che si tratti di un procedimento complesso ed eccessivamente oneroso in termini di tempo. In realtà, la manutenzione ordinaria – che consiste nel cambiare un pre-filtro e un eventuale filtro dei sedimenti – è un’operazione piuttosto semplice da eseguire e bisogna solo ricordarsi di effettuarla ogni otto/dieci mesi circa.

Gli unici ulteriori accorgimenti riguardano l’individuazione delle dimensioni dei filtri da sostituire – che variano in base al modello di depuratore – e delle tipologie di connessione delle tubature. È chiaro che l’usura dei filtri e dell’impianto sarà direttamente proporzionale alla mole del suo utilizzo: pertanto un comune impianto domestico potrebbe necessitare di manutenzione ordinaria anche solo una volta all’anno.

 

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