skip to Main Content
Osmosi Inversa E Acqua Alcalina: Quali Differenze E Cosa Preferire

Osmosi inversa e acqua alcalina: quali differenze e cosa preferire

Come avrete sicuramente capito se siete degli abituali frequentatori del nostro blog, il mondo del trattamento dell’acqua – settore nel quale Ecoline è leader da oltre 30 anni – è davvero vasto. Proprio su queste pagine abbiamo già avuto modo di parlare delle diverse tipologie di depurazione, descrivendovi nel dettaglio tutti i vantaggi dell’osmosi inversa e catalogando le tipologie di microfiltrazione più comuni ed efficaci.

Esistono tuttavia anche molte insidie e fin troppa pubblicità ingannevole, spesso relativa a metodi di depurazione discutibili o quantomeno non vantaggiosi, né per la nostra salute, tanto meno per il nostro portafogli. Tra i dispositivi più chiacchierati troviamo gli alcalinizzatori, che ci consentono per l’appunto di ottenere l’acqua cosiddetta “alcalina”: ma sono davvero così validi come dicono? Scopriamolo insieme…

Osmosi inversa: scopri che cos’è e quali sono i suoi benefici

Che cos’è l’acqua alcalina?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo fare una piccola premessa per spiegare, a chi non dovesse saperlo, che cosa significa “pH”. Avrete senz’altro sentito più volte nominare l’acronimo in questione, magari nelle pubblicità dei saponi: queste due lettere indicano in breve il termine inglese “potential of hydrogen” (in italiano “potenziale di idrogeno”), e dal 1909 – quando il concetto di “pH” venne ideato da un chimico – si usano come scala di misura per definire il carattere acido o basico di una soluzione.

Quella “alcalina”, ad esempio, è un’acqua dal pH superiore a 7 e dunque leggermente basica. Volendo essere più precisi, si considera alcalina un’acqua dal pH compreso fra 7 e 9,5: ciò significa che al suo interno, generalmente, si possono trovare elevate concentrazioni di elementi come sodio, potassio, calcio e magnesio. Per fare un esempio più pratico basti pensare che il succo di limone ha un pH di 2.5, l’aceto di 2.9 e la birra di 4.5: tutte soluzioni dal basso pH e considerate dunque decisamente acide.

Ci sono diversi modi per rendere un’acqua alcalina: esiste infatti l’acqua alcalina “minerale”, che si alcalinizza in maniera del tutto naturale, scorrendo lungo il suolo e raccogliendo sulla superficie i minerali necessari a innalzare il suo pH… ed esiste poi l’acqua alcalina “ionizzata”, che viene invece realizzata artificialmente. Ciò avviene con un apposito dispositivo chiamato “ionizzatore”, che tramite un processo fisico innescato da particolari elettrodi è in grado di modificare il pH dell’acqua.

I presunti benefici dell’acqua alcalina

Questi ionizzatori sono sempre più presenti nelle pubblicità online e di conseguenza nelle case degli italiani: una vera e propria moda, fin troppo spesso dettata da campagne di informazione non sempre limpide e scientificamente corrette. Uno dei maggiori motivi della diffusione di questi dispositivi – spesso anche molto economici, al punto da alzare più di qualche sospetto – è il beneficio che l’acqua ionizzata apporta al nostro organismo: chi li pubblicizza, infatti, descrive gli ionizzatori come un vero e proprio elisir.

Si dice infatti che l’acqua alcalina ionizzata possa curare patologie come l’acidosi cronica, proteggere dalle tossine e più generalmente migliorare lo stato psicofisico dell’individuo. Altri ancora affermano che favorisca il metabolismo, neutralizzi l’acido nel sangue e prevenga il gonfiore addominale: insomma, una sorta di panacea che da tutto sembra guarire. Ma quanto c’è di vero in tutto questo? Molto poco purtroppo, almeno stando a quanto la scienza e la ricerca possono ufficialmente affermare: tanto ci basta.

L’acqua alcalina artificiale non si può paragonare in nessun modo a quella naturale, che ha un contenuto salino molto più equilibrato. Anzi, il fatto che il procedimento di ionizzazione porti all’eliminazione di elementi importanti come il bicarbonato o i cloruri potrebbe addirittura indicare che quest’acqua sia tutt’altro che salutare. Non vogliamo sostituirci a nessuno, ci mancherebbe; il nostro consiglio, però, è quello di consultare un medico o informarsi comunque molto bene prima di acquistare uno ionizzatore.

Meglio l’acqua alcalina o quella osmotizzata?

Detto questo possiamo tornare a un tema che ci interessa maggiormente, ovvero l’acqua depurata tramite l’osmosi inversa: un processo – questo sì – che è in grado di offrire un acqua pura, sana e depurata… e del quale Ecoline è fra i maggiori esperti in Italia. Ma soprattutto è un’acqua ideale per il nostro organismo, a prova di scienza: il processo di osmosi inversa elimina fino al 99,9% dei batteri o dei sedimenti presenti all’interno della soluzione, compresi i metalli pesanti e gli altri elementi potenzialmente nocivi.

Se volete approfondire il tema e scoprire come funziona un depuratore a osmosi inversa, vi possiamo anticipare che si tratta di un processo fisico molto semplice: l’acqua di rete (quella dei nostri rubinetti per intenderci) viene spinta tramite una forte pressione attraverso una membrana dalle maglie fittissime – parliamo di fori dal diametro di 0.00001 micron – eliminando così dal flusso tutti i sedimenti e i minerali in eccesso, compresi quelli che provocano il calcare (e che ostruiscono, oltretutto, le nostre tubature).

Per tutto il resto vi invitiamo a leggere la guida che abbiamo scritto per voi a questo indirizzo, ricordandovi ancora una volta che l’acqua depurata con l’osmosi inversa – al contrario di quella alcalinizzata – mantiene inalterate tutte le sue proprietà organolettiche. Se l’idea di installare un depuratore Ecoline vi sta incuriosendo, sul nostro sito potete trovare tutte le informazioni per orientarvi nella scelta… e se avete ulteriori domande, potete contattarci direttamente compilando il modulo in fondo a questa pagina.

Richiedi Informazioni


    Autorizzo il trattamento dei miei dati

    Dove siamo

    Via Domenico Martoni 9/11
    47122 Forlì FC

    FOLLOW US
    Back To Top