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Come Eliminare E Misurare Il Ferro Nell’acqua: La Guida Completa

Come eliminare e misurare il ferro nell’acqua: la guida completa

Se non avete mai letto il blog di Ecoline, probabilmente non siete a conoscenza dei numerosi elementi chimici e delle particelle che si trovano nell’acqua. Certo, fin da piccoli siamo abituati a conoscerne la composizione per cui sappiamo bene che ogni molecola dell’acqua che beviamo o usiamo per cucinare è composta da un atomo di ossigeno e da due di idrogeno. E che la sigla corretta per indicarla dal punto di vista scientifico è “H2O”.

Ma è davvero tutto qui? Come avrete già immaginato, la risposta è no: all’interno dell’acqua si possono trovare un’infinità di ulteriori elementi che dipendono in larga parte dalla tipologia di terreno, dalle rocce sulle quali l’acqua scorre e anche dalla condizione delle tubature di casa nostra. Calcio, cloro e addirittura (in minima parte) arsenico, nell’acqua si trova proprio di tutto… anche il ferro: ma come capire quando ce n’è troppo ed eliminarlo?

Il ferro nell’acqua: a cosa serve e perchè

Come abbiamo già specificato qualche riga fa, la principale ragione per cui il ferro si trova nell’acqua risiede nella sua stessa natura: qualsiasi fonte ne contiene una minima parte, in quanto ne è un contaminante naturale. Nelle acque cosiddette “minerali” – ovvero tutte quelle che hanno origini da falde sotterranee o da sorgenti alpine – la concentrazione di ferro è piuttosto bassa e si attesta sui 0,3 milligrammi al litro: un quantitativo equilibrato e del tutto salutare, anzi, fondamentale per la nostra buona salute.

Il ferro, infatti, contribuisce a diversi processi importantissimi per l’organismo, relativi soprattutto alla sintesi dell’emoglobina e della mioglobina (e di conseguenza al trasporto dell’ossigeno verso i nostri polmoni). Le particelle ferrose vengono poi “immagazzinate” nel fegato, nella milza, nei muscoli e nel midollo osseo, contribuendo a numerose altre reazioni senza le quali il nostro corpo non potrebbe sostenersi. Pertanto il ferro – se assunto nei quantitativi idonei – è davvero un toccasana ed è bene averne le riserve sempre piene.

A chi invece soffre di patologie legate alla carenza di questa sostanza – come ad esempio l’anemia sideropenica – viene consigliato di bere un’acqua particolarmente ricca di ferro, definita per l’appunto “ferruginosa”. Viene definita così l’acqua nella quale la concentrazione di ferro si aggira intorno a 1 mg/l: un’acqua particolarmente adatta anche ai vegetariani, agli sportivi e a tutti coloro che necessitano di un fabbisogno di ferro particolarmente elevato (o che non riescono ad assumerlo regolarmente tramite gli alimenti).

Troppo ferro nell’acqua può essere nocivo?

L’acqua ferruginosa è comunque consigliata unicamente ai soggetti che abbiamo elencato, in quanto per altri individui potrebbe essere fortemente nociva: chi soffre di patologie gastrointestinali, ad esempio, farebbe bene a consultare un medico prima di assumerla. Considerato che nelle acque ricche di ferro sono sempre presenti anche ricche quantità di sodio, la sua assunzione è fortemente sconsigliata anche a chiunque soffra di ipertensione e a chi sta – per qualsiasi ragione – seguendo una dieta povera di questa sostanza.

Ci sono però altre condizioni, più rare, per le quali l’acqua potrebbe ospitare al suo interno un quantitativo di ferro superiore a 1 mg/l: ciò avviene quando l’acqua proviene da falde particolarmente inquinate o nei casi di tubature profondamente rovinate e arrugginite. Quando ciò avviene ce se ne può accorgere anche solo dal colore dell’acqua stessa, che assume un sospetto colore marrone o rossastro; anche il suo sapore risulta leggermente alterato, e nei casi più gravi potrebbe riuscire anche a macchiare la biancheria.

Ci teniamo comunque a sottolineare che l’assunzione di acqua ferrosa non è dannosa per l’uomo, a meno che non si soffra di patologie particolari o che la percentuale di ferro non sia oltremodo elevata (un’eventualità quasi impossibile nell’acqua di rete). Va sfatata anche la leggenda per cui dell’acqua molto ferrosa possa trasmettere il tetano. Tuttavia i problemi relativi al colore, al sapore e in alcuni casi anche all’odore sono spiacevoli… ed è per questo che esistono diversi modi per risolverli: andiamo a vedere quali sono.

Come misurare ed eliminare il ferro nell’acqua

Ci sono diversi modi per misurare il quantitativo di ferro nell’acqua. I più comuni si svolgono in laboratori specifici e necessitano di una strumentazione adeguata: vengono infatti utilizzati agenti riducenti o composti chimici come la fenantrolina. I ricercatori più specializzati dispongono anche di appositi spettrofotometri per la rilevazione del ferro nei campioni d’acqua. Fortunatamente questi esami vengono effettuati a monte dal gestore della rete idrica, che ci garantisce sempre dei livelli di ferro adeguati al consumo umano.

A meno di casi estremi, dunque, non sono necessarie complesse analisi scientifiche per individuare la presenza di ferro nell’acqua di casa nostra: un semplice esame visivo è sufficiente – unito magari a un leggero retrogusto metallico – a farci capire se la percentuale di ferro è particolarmente alta. I rischi per la salute, a meno di gravi patologie, sono pressoché nulli ma è comunque possibile agire per eliminare il problema: basta infatti installare un depuratore a osmosi inversa per eliminare le particelle di ferro indesiderate!

Se non sapete di cosa si tratti, nessun problema: Ecoline è uno dei massimi esperti nel campo del trattamento dell’acqua e della depurazione tramite osmosi inversa. Abbiamo già parlato approfonditamente di questo processo del tutto naturale (potete trovare qui la guida completa sul tema); se desiderate saperne di più, comunque, vi invitiamo a consultare la pagina dedicata ai nostri depuratori ed eventualmente a contattare i nostri tecnici tramite il modulo sottostante: saremo ben lieti di risolvere ogni vostro dubbio!

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